Sarà anche «lezioso», Paul Pogba, e qualche volta lo è, ma a 19 anni – con l’aria che «tira» – incarna un progetto di fuoriclasse. Lo so, scopro l’America. Qualità esplosive, come hanno documentato i due gol (soprattutto il primo: un missile) e quello che realizzò al Napoli. Con il Bologna aveva segnato di testa. C’è chi lo paragona a Vieira e chi a Rijkaard. Contro l’Udinese, ha giocato nella posizione di Pirlo. Alla sua maniera: tocchi felpati e bombe da tre (basket docet). Un’arma in più.
Non era una partita facile; è diventa, viceversa, facilissima. Guidolin celebrava le 500 panchine in serie A, l’Udinese veniva da una sconfitta in tredici gare. Le mancavano Brkic e Benatia. Di Natale è entrato nella ripresa. Come non detto: un po’ di bollicine fino allo 0-2, l’Udinese, e poi una resa tipo Lazio all’Olimpico. La capolista era senza Asamoah, Chiellini, Marchisio e Pirlo. Reduce da due rimonte, e da un punto in due partite, tutti noi l’aspettavamo al varco. Le secondo linee, questa volta, hanno retto: da Caceres a Giaccherini. Ho rivisto una gamba abbastanza sciolta: le «dimissioni» rassegnate contro la Sampdoria sembrerebbero rientrate.
Il paradosso coinvolge gli attaccanti, non l’attacco. Che è il più prolifico del campionato (45 gol). Giovinco è stato sostituito per disperazione; e Vucinic, per disperazione, tenuto. Il montenegrino e Matri hanno poi arrotondato il risultato. Cavani, capocannoniere assoluto, ne ha firmati 16. I migliori bomber della Juventus sono Giovinco e Quagliarella, con 6. Il centrocampo continua a fornire un rapporto mostruoso. Vincere uno scudetto con l’attaccante più prolifico così lontano dal podio (Ibrahimovic 28 gol, Matri 10), è stata un’impresa; figuriamoci due di fila (se).
Rimangono misteriose, almeno per me, le ragioni che hanno spinto sir Alex Ferguson a mollare un giovanotto di talento come Pogba.